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Tenera è la notte
dal sito
www.subacqueo.it

di Stefano Ruia

Esistono subacquei che, alla semplice parola “notturna”, sentono la pelle accapponarsi. Appartenete a questo gruppo? Oppure vorreste provare il brivido di immergervi di notte, ma non lo avete ancora fatto? Se la risposta è affermativa, non vi state godendo una parte essenziale dell’attività subacquea. È come se usciste dal cinema sempre alla fine del primo tempo. In effetti, l’immersione notturna rappresenta “il secondo tempo” dell’ambiente acquatico. Molti pesci, protagonisti di giorno, vanno a dormire, mentre spuntano le specie notturne. L’Alicia mirabilis, una piccola pallina nelle ore diurne, lascia che i lun-ghi tentacoli siano fatti ondeggiare dalla corrente, molti crostacei escono allo scoperto: granchi facchino, paguri, gamberi di tutte le specie. Sulla sabbia saltellano i pettini, mentre i gronghi, infastiditi dalla luce, si infilano di coda nel substrato e la seppia si appiattisce sul fondo. Anche molti pesci difficilmente osservabili nelle ore diurne si fermano a mezz’acqua, in una sorta di “magica” posa fotografica, quando cadono nel campo luminoso della nostra lampada. Possiamo arrivare persino a sfiorarli con un dito.

Sugli oggetti solidi Sugli oggetti solidi che emergono dal fango o dalla sabbia spuntano come fiori i calici dei gigli di mare, gialli, rossi e azzurri. Inoltre, e soprattutto di notte, esplodono i minuscoli abitanti dei condomini sommersi: gorgonie e coralli, i cui delicati polipi si fanno accarezzare dalla corrente. In poche parole, alcune aree che di giorno sembrano poco popolate, la notte esplodono di vita, le rocce diventano affollate e l’attività ferve in ogni centimetro quadrato. Pure i colori sono diversi. Resi più intensi dalla mancanza di luce solare sullo sfondo, i colori appaiono vivi e luminescenti sotto il potente raggio della lampada. Non vi basta? Anche mentre vi recate sul punto d’immersione godrete di spettacoli unici, come quello offerto dalla luce della luna che si riflette sulla superficie del mare o dai numerosissimi e minuscoli lampi di luce prodotti dai microrganismi bioluminescenti nell’acqua turbolenta. Ancora non siete convinti? Allora, sappiate con non c’è epilogo d’immersione bello e poetico come quello della notturna, quando, soddisfatti dalla vista delle meraviglie del mondo sommerso, si ritorna in superficie per restare incantati, come scrisse Dante, "a riveder le stelle". Bene, sono sicuro che ora siete convinti e fremete dalla voglia di entrare in acqua. Tuttavia, è bene procedere con calma. Esaminiamo prima i potenziali pericoli e come ridurre i rischi.

Azzeriamo i rischi Tutto sommato, i rischi inerenti l’immersione notturna non sono molto diversi da quelli relativi alle attività subacquee praticate di giorno, soprattutto se si è già abituati a immergersi con visibilità limitata. I subacquei meno esperti potranno quindi facilmente urtare le rocce o il fondo, oppure avere difficoltà nel trovare il corrugato del giubbetto. Inoltre, una delle mani sarà costantemente (o quasi) impegnata a tenere la lampada. Queste le difficoltà. Una buona precauzione di sicurezza, non sempre rispettata, è quella di restare all’esterno degli anfratti e degli ambienti chiusi (grotte e relitti). Non potendo vedere l’uscita (indicata di giorno dalla luce solare), ci si troverebbe in ogni istante nelle condizioni che affrontano gli speleologi subacquei, che usano però il filo di Arianna e tecniche appropriate. Il pericolo principale deriva invece da noi stessi. La condizione di buio provoca in tutti un aumento dello stress, che deve essere gestito per evitare che si scateni una crisi di panico per una sciocchezza. Per esempio, si potrebbe risalire a razzo in superficie solo perché si è spenta la lampada. Nella valutazione dello stress che potrebbe insorgere, considerate anche che l’assenza di riferimenti luminosi può produrre, quando ci si trova a mezz’acqua, un momentaneo disorientamento, con la sensazione di non sapere più quale sia l’alto e quale il basso. Guardare l’acqua nella maschera o la direzione delle bolle ci aiuta a superare rapidamente questa sensazione.

L’equipaggiamento migliore Oltre a tutte le attrezzature indossate normalmente, durante l’immersione notturna è essenziale disporre di sorgenti luminose. Leggere gli strumenti è essenziale, pertanto sarebbe opportuno che fossero dotati di sfondo fosforescente. In questo modo, illuminandoli da vicino con la lampada, possono essere letti per alcuni minuti senza bisogno di illuminarli nuovamente. La bussola è un elemento importantissimo per la nostra sicurezza nelle immersioni notturne (ma diventa inutile se non sapete usarla bene!). I computer d’immersione dovrebbero invece essere dotati di retroilluminazione del display. Certamente, se saremo stati previdenti, avremo una lampada di riserva, nel caso la principale non funzioni o abbia esaurito la carica. Tutte le lampade dovrebbero essere dotate di laccetto terminale, da passare intorno al polso, per evitare di perderle se fossimo costretti a lasciare momentaneamente la presa. Il laccetto deve essere facilmente sganciabile, nel caso che la lampada si incastri da qualche parte, impedendoci la risalita. Molti istruttori, per le immersioni notturne dei corsi, utilizzano luci di segnalazione chimiche. Personalmente non le trovo estremamente utili. In ogni caso, se volete usarle, sarebbe meglio adoperare piccole lampade a batteria. Il liquido contenuto nelle luci chimiche è infatti inquinante e, talvolta, si spande in mare o... nella borsa. È bene anche informarsi in merito a divieti locali; in alcune aree del mondo (per esempio, l’isola caraibica di Bonaire) è vietato portare luci chimiche in immersione. Una precauzione utile è quella di dotare il proprio giubbetto equilibratore, nel caso non ne sia già fornito, di strisce riflettenti per essere avvistati anche dalla barca. Per lo stesso motivo, è essenziale disporre di un segnalatore acustico di buona efficienza (al limite un fischietto). Controllando il giubbetto, ricordate di verificare che il sistema di gonfiaggio a bassa pressione sia ben funzionante. Siccome comunicare è difficile, disporre di una lavagnetta luminescente permetterà comunicazioni facili senza correre il rischio di essere abbagliati dalla lampada di chi vuole segnalarci qualcosa.

La pianificazione dell’immersione Anche la pianificazione non è molto dissimile da quella delle immersioni diurne, salvo alcuni aspetti particolari. Per esempio, la scelta dell’orario di immersione. Se conoscete bene il posto, magari poiché vi avete svolto numerose immersioni di giorno, il periodo migliore per fare l’immersione è nel cuore della notte. A mezzanotte le attività degli abitanti notturni del mondo sommerso sono infatti al culmine. Se il posto nel quale vi immergete non è da voi così ben conosciuto (non importa che per altri subacquei presenti lo sia), è meglio scendere in acqua al tramonto, quando un minimo di visibilità è ancora presente. Della pianificazione fanno parte anche la verifica del corretto funzionamento di tutte le attrezzature necessarie, la ricarica delle lampade e l’acquisto delle pile nuove per la lampada di riserva.

Prepararsi alla discesa Ricordate che la notturna è comunque un’immersione che genera stress e che viene svolta quando i nostri ritmi biologici naturali non prevedono grandi attività. È quindi importante arrivare ben riposati al momento dell’immersione. Giunti sul posto, fate un accurato briefing con il compagno e con il gruppo, approfondendo bene tutti i sistemi di comunicazione che userete in acqua (sopra e sotto la superficie, fra di voi e con la barca ecc.). Se vi immergete da terra predisponete un allineamento di luci (come descritto in un precedente articolo sulla navigazione naturale). Per questo tipo di immersioni, utilizzare una barca di buone dimensioni è senza dubbio più facile e sicuro: non bisogna nuotare nel buio e non bisogna attraversare zone in cui le onde possono frangere. In ogni caso è comunque più comodo... se non altro per i vestiti a portata di mano, il tè caldo e, sulle barche più amate dai subacquei, la spaghettata cucinata dall’equipaggio! Per prepararvi usate luci a bassa intensità, che non vi facciano perdere l’adattamento alla vista notturna. Se vi vestite al chiarore di una luce rossa è meglio. Al contrario, la maggior parte dei subacquei utilizza, per prepararsi, luci potenti, magari le stesse lampade che porteranno in immersione, con il risultato di restare alcuni minuti abbagliati e di consumare parte della preziosa energia degli accumulatori. Prima di entrare in acqua, svolgete il solito controllo reciproco delle attrezzature, ma ripetetelo una volta in superficie, per verificare che tutto sia funzionante e ben aderente al corpo. I principianti trovano spiacevolissimo sentirsi improvvisamente bloccati mentre nuotano rasenti il fondo di notte. Pensano a chissà quali mostri... e, invece, si tratta di una semplice console incastrata nelle rocce. Al momento dell’entrata dovete già avere acceso la lampada. Alcune volte è successo che, nel tuffo, si è staccata dalle mani del subacqueo. Se è spenta, praticamente è persa! Prima di tuffarvi, controllate attentamente la superficie dell’acqua, per evitare di cadere su un oggetto galleggiante o, peggio, sopra un compagno.

Lo svolgimento dell’immersione Durante la discesa è bene sfruttare una cima, che ci eviterà di perdere l’orientamento e ci permetterà di controllare più accuratamente la galleggiabilità. Una volta giunti a tre o quattro metri dal fondo, conviene fissare una lampada stroboscopica sulla cima, in modo che al ritorno sia più facile ritrovarla. Prima di lasciare la cima, è bene impostare la rotta della bussola. Il percorso da seguire dovrebbe essere il più semplice possibile (come un’andata e ritorno o un rettangolo molto stretto). Ponete attenzione, quando puntate il cono di luce della lampada verso un compagno. Se si gira improvvisamente, potrebbe restare abbagliato per alcuni minuti. Pensate alla lampada come a una pistola: non puntatela contro nessuno! Se vi separate dal compagno, non abbiate timori: trovarlo sarà in genere più facile che di giorno, in quanto potrete sfruttare la luminosità della sua lampada per individuarlo. Se non riuscite a vederla, provate a spingere la lampada contro il vostro corpo (per non doverla spegnere). Fate un giro completo, cercando almeno un alone luminoso. Se siete a poca profondità, osservate anche la superficie, che riflettere in basso i raggi delle lampade immerse (effetto specchio).

Gestire lo stress Se state pianificando la vostra prima immersione notturna, preparatevi a subire un certo tipo di stress come quello che avete provato nella vostra prima immersione in mare aperto. Ricordate di respirare lentamente e profondamente, il miglior metodo per ridurre lo stress. Molti individui, inoltre, sono particolarmente soggetti alla paura del buio. In questo caso sarà bene che scendiate in acqua al tramonto e vi abituiate gradualmente alla caduta di luminosità ambientale.

Comunicazioni notturne Per comunicare di notte, i subacquei utilizzano particolari procedure. Le comunicazioni fra subacquei in immersione sono affidate principalmente ai segnali visivi (gesti). Questo mezzo di comunicazione presenta numerosi vantaggi: è semplice, efficace e sempre... a portata di mano. Purtroppo, presenta lo svantaggio che dipende esclusivamente dalla vista. Pertanto, quando manca la luce naturale, il gesto non è più visibile. Nelle immersioni notturne questo metodo può ancora essere utilizzato, purché chi effettua il gesto abbia la precauzione di illuminare la mano che lo esegue. Per farlo è essenziale che la lampada sia posta lateralmente alla mano, in modo da non essere diretta né verso gli occhi di chi lo esegue né verso gli occhi di chi lo deve osservare. Altrettanto ovvio è che, prima di eseguire il gesto, bisogna ottenere l’attenzione del compagno. Per riuscirci, si possono eseguire con la lampada movimenti oscillatori sul fondo di fronte a lui, oppure alternare luce e ombra (sempre nella zona da lui osservata in quel momento). È bene ricordare che più che accendere e spegnere la lampada, con il rischio che resti spenta del tutto, conviene coprire con la mano il vetro per ottenere l’effetto spenta-accesa. Altri metodi per comunicare, più immediati, sono i segnali con la lampada. Disegnare un cerchio sullo sfondo, osservato dal compagno, significa “ok”. Molti altri segnali possono essere concordati, tuttavia i movimenti oscillatori lenti dovrebbero essere dedicati a richiamare l’attenzione, mentre tutti i movimenti rapidi e concitati significano in genere emergenza o “qualcosa non va”. Per questo motivo, quando la situazione è sotto controllo, il subacqueo dovrebbe prestare attenzione a non effettuare movimenti molto rapidi con la lampada. Per comunicare concetti più complessi si può utilizzare la consueta lavagnetta subacquea, meglio se del tipo a sfondo fosforescente, che permette di essere letta anche senza luce diretta, eliminando così una potenziale fonte di temporaneo abbagliamento.

Articolo pubblicato su Il Subacqueo / aprile 2002
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